Ciò che differenzia un essere umano da un robot è l’intelligenza e la capacità di provare sentimenti. Molti scienziati hanno provato a dotare i robot di unaintelligenza artificiale. Eppure, quello su cui sta lavorando l’MIT di Boston è qualcosa che va oltre il semplice concetto di AI, artificial intelligence.
In uno studio che verrà presentato a Singapore il prossimo maggio alla Conferenza Internazionale sulla robotica e sull’automazione, verrà annunciata la possibilità di impartire i comandi a un robot tramite il proprio pensiero.
Dimenticate dunque telecomandi, tastiere e joystick e soprattutto dimenticate la concezione classica di robot. Il sistema sviluppato dai ricercatori guidati da Andres F. Salazar-Gomez consentirà agli esseri umani di correggere tramite onde cerebrali gli errori dei robot.
Gli scienziati dell’MIT si sono concentrati sui segnali cerebrali che si generano quando il cervello nota un errore. Tali segnali, indicati con la sigla ErrP, sono riconoscibili dal robot che è così in grado di capire se l’essere umano che lo controlla sia d’accordo o meno con la sua decisione. E’ importante, però, sintonizzare bene il sistema dato che gli errori di questo tipo sono sempre possibili.
Baxter, questo il nome dell’umanoide usato per i test, è capace anche di fare domandeall’essere umano qualora non fosse sicuro della propria decisione.