Al tempo di Ian Fleming gli smartphone non erano stati inventati ma siamo certi che se l’autore di 007 fosse vissuto nei giorni nostri, avrebbe dotato il suo protagonista di un cellulare creato per le spie con la capacità di autodistruggersi.
Qui non siamo in un romanzo di Fleming, questa è la realtà, ma uno smartphone che si autodistrugge esiste. Alcuni ricercatori sauditi della King Abdullah University of Science and Technology (KAUST) hanno sviluppato, infatti, uno smartphone che può essere distrutto da remoto o se viene effettuata su di esso una determinata pressione. Il dispositivo è dotato, inoltre, di uno strato di polimeri che, qualora il telefono fosse sottoposto a temperature che superano gli 80 gradi centigradi, portano alla rottura del telefono.
Lo smartphone sviluppato in Arabia Saudita ha come potenziali clienti multinazionali, banche, amministrazioni della sicurezza sociale, agenzie d’intelligence o chi gestisce grandi quantità di dati.
In realtà questo smartphone non è il primo telefono in grado di autodistruggersi: in passato ci avevano provato già la Boeing che aveva lanciato Black, uno smartphoneAndroid che si autodistruggeva in caso di manomissione del dispositivo e la Darpa, l’agenzia governativa degli Stati Uniti per i progetti di ricerca avanzata del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per i progetti di ricerca avanzata per ladifesa, che aveva commissionato dispositivi dotati di chip e sensori in grado di autodistruggersi.